CORAGGIO
- aletheia-87
- 4 feb 2018
- Tempo di lettura: 2 min
Questa è decisamente una parola da un milione di sfaccettature. Milioni di interpretazioni e altrettanti punti di vista.
Coraggio è premere un bottone? E' mettersi contro i genitori, contro il tuo capo? E' investire del denaro? E' partire all'Estero? Oppure, iniziare una convivenza? Suicidarsi? Lottare contro una malattia? Lasciare qualcuno o qualcosa? Perdonare un torto?
Chi più ne ha, più ne metta.
Avevo un parente. Sembrava me (o per lo meno, sembrava il modello a cui il mio carattere spontaneamente si ispirava), ma con una manciata di anni e saggezza in più. Un giorno, mentre passeggiavamo in una giornata di sole splendido, gli esposi alcuni motivi di ansia che avevo... Stava con le mani in tasca, camminavamo come se non avessimo meta. Senza fretta, senza confini. Stette senza dire una parola finché non finii il discorso, poi mi disse: "Perché non fai come me? Io non mi pongo proprio il problema".
Lui aveva certamente enfatizzato, ma anche confermato qualcosa che avevo già imparato da me in precedenza: vivere richiede coraggio. Il coraggio di vivere si esprime attraverso la costruzione di uno scivolo invisibile sulla pelle. Prendere le cose per come sono e non per come sembrano. Reagire in modo commisurato alla realtà. Accettare quello che verrà. In parole povere, "fregarsene". In senso buono, in senso attivo. Perché, se prima di prendere una decisione smettessimo di chiederci troppo quali conseguenze avrà e di farci sottomettere dai timori, non vivremmo quei periodi infiniti di sofferenza... e ci godremmo la felicità o il dispiacere nel momento in cui si compie la nostra scelta.
Di sicuro, se fate ciò che in quel momento sentite di fare, non ve ne pentirete. Mai. Questo è il coraggio per me... prendere una decisione vivendone le conseguenze a posteriori, come è logico che sia.
E, niente... ho finito.
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