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PSICOLOGIA

  • aletheia-87
  • 13 dic 2022
  • Tempo di lettura: 2 min

Quando sono stata la prima volta dalla psicologa mi sono promessa che nessuno psicologo mi avrebbe più vista. E invece, le catastrofi della contingenza ci portano davanti alle medesime dinamiche e al bisogno di una mano dall'alto. E invece, dovevo sapere che la prima impressione è sempre quella che conta: di seguito vi illustro la metafora dell'attuale psicologa, la quale mi ha dato spunto di riflessione in poco più di un'ora di parlata.

"Ti sei chiusa in questo micromondo in cui tutto va bene, hai i tuoi punti saldi oltre i quali non vai. Sei sensibile, un po' troppo empatica, ma lasci gli altri fuori per le pesanti delusioni. Se hai pochi tasti nella tua tastiera, avrai poche varianti per suonare la tua melodia se qualcosa va storto. Questo fatto (anche un po' infantile) del fossilizzarti sulle tue poche certezze, non appena una di esse vacilla, ti fa mancare il terreno sotto i piedi. Se ti circondi di poche variabili, non avrai molte opzioni. A questo punto mi chiedo se perfino la conversazione con me sia completa, mi chiedo se mi dai fiducia e mi stai dicendo tutto."

Il mio mondo non è perfetto, ma esiste. I mondi immaginari li ho lasciati una vita fa. Solo che tu non lo sai, perché stiamo parlando da un'ora. Non mi isolo, ma sto al sicuro, dando alle persone la possibilità di dimostrarmi che mi sbaglio. Sì, perché per me sono tutti deludenti fino a prova contraria. Perché dovrei condividere il mio tempo con qualcuno di cui non mi interessa un emerito tubo? Per avere più opzioni? Sai che ti dico? Le mie tre note fanno una melodia semplicissima che mi piace da matti ascoltare. E se qualcuna stona, io la suono di nuovo finché non suona bene. La mia famiglia suona bene. I miei veri amici suonano bene. Le mie passioni suonano benissimo. Io mi fossilizzo perché le mie poche certezze sono autentiche, vivo solo di ciò che mi fa stare bene, ho tolto di mezzo il superfluo e non è colpa mia se il superfluo era parecchio... Sono contenta di sentire il terreno che mi manca sotto i piedi, perché vuol dire che ce l'ho messa tutta.


Preferisco non crescere ed effettivamente.... non mi fido.


Mi daresti una mano a riaccordare le mie tre note?

 
 
 

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Chopin Waltz in A minor
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